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BASEMENT ROMA: YVES SCHERER, LES BAINS DOUCHES

È un trittico contemporaneo quello che incontra il visitatore dell’ultima mostra dell’artista svizzero Yves Scherer (1987, vive e lavora a New York), Les Bains Douches, fino al 19 luglio 2019 a BASEMENT ROMA.

Una piccola vasca, riempita d’acqua, un ritratto fotografico che si interseca con un’architettura immaginaria, due figure profondamente intrecciate, realizzate in gesso. I due corpi, fusi insieme in gesso bianco, mostrano una superficie crepata. Mentre si riferiscono chiaramente a una reminiscenza della scultura classica, è l’imperfezione e la fragilità del loro stato naturale che immediatamente muove lo sguardo dello spettatore. Il corpo dell’uomo giace sull’addome della figura femminile, aggrappandosi a lei in una posa quasi infantile, mentre lei gli accarezza gentilmente il capo. Anche se l’immagine originale di questo incontro raffigurava Kate Moss e Johnny Depp in una fotografia di Annie Leibovitz, la scultura di Scherer ha perso questo riferimento diretto. Trasformandolo in un medium e in un corpo differente, l’idealizzazione del Pigmalione è diventata un’immagine universale riferita alla più ideale e primaria relazione umana. Convenzioni e norme sociali – come la dominanza maschile e la sottomissione femminile – sono obsolete e l’opera è ridotta all’essenziale e al più basico bisogno interpersonale, di amore e di cura.

Nell’immagine alla parete, un uomo si presenta di profilo. La fotografia è sovrapposta tramite l’utilizzo del lenticolare all’architettura modernista di una casa con piscina. Il soggetto sembra rappresentare l’attore francese Vincent Cassel, un uomo carismatico, dalle caratteristiche sicuramente archetipiche. Sembra forte, attraente e virile. Eppure la sua espressione è pensierosa. È un effetto simile a quello che abbiamo osservato prima. Attraverso la lente di Scherer, l’immagine idealizzata della celebrità di Cassel – privata di qualsiasi reale e profondo contesto – è di fatto diventata obsoleta. L’architettura che si intravede sovrapposta al viso di Cassel è la rappresentazione del lavoro dell’architetto messicano Luis Barrágan. Barrágan incorpora spesso l’acqua come contrappunto alle linee rette e agli spigoli delle sue strutture colorate e moderniste, e alle materie prime dei suoi lavori, come la pietra e il legno.

Sul pavimento dello spazio espositivo una vasca d’acqua presenta tridimensionalmente questa interazione di livelli. Operando come una controparte fisica alle emozioni impalpabili e alle nozioni sociali dei lavori di Scherer. La forma della vasca si riferisce a quella degli abbeveratoi che si trovano nelle montagne svizzere, opponendo allo stesso tempo una nozione autobiografica con l’interpretazione alternativa di una piscina a sfioro. Di nuovo, un dato arcaico si incontra con la cultura contemporanea. In questo scontro, portato a soluzione formale, si ricollega il titolo della mostra, che prende ispirazione da un altro simbolo della cultura delle celebrità. Oggi conosciuto come un leggendario nightclub, Les Bains Douches apre le sue porte nel 1987 e segna l’epoca d’oro della nightlife parigina.

Mescolandosi nella piscina di mosaico, si incontravano party-goers e famosi creativi tra cui Jean-Michel Basquiat, Yves Saint Laurent, Mick Jagger, Johnny Depp e Kate Moss. Ma nonostante l’atmosfera del club notturno fosse in qualche modo glamour, non era mai impomatata. Un aspetto che ancora una volta parla del gioco di opposizioni nel lavoro di Yves Scherer. È la sovrapposizione del mondo delle celebrità e del glamour, affianco all’architettura radicale delle antiche vasche con la loro identità utilitaria, che trova il suo equivalente di forme e di contesto nella mostra da BASEMENT ROMA. L’artista incorpora la superficialità e il glamour, un fugace stato di gioia con l’eterea purezza dello spazio espositivo bianco, che rimane un luogo sotterraneo con un’implicita oscurità da cui mai si sottrae interamente.

Nella sua indagine sullo stato dell’individuo, attraverso la frammentazione della cultura delle celebrità, Scherer riscopre un sentimento collettivo nella cultura contemporanea, che rivela il desiderio degli individui per una profondità esistenziale in una società in rapido cambiamento.

Dal testo di accompagnamento alla mostra di Anneli Botz.

 

Ph. Roberto Apa – Courtesy the artist and Cassina Projects

www.basementroma.com

http://www.yvesscherer.com/